Cinghia distribuzione: cos'è e quando va cambiata
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Direttore: Alessandro Plateroti

Cinghia distribuzione: cos’è e quando va cambiata

Cinghia Distribuzione

La cinghia distribuzione collega l’albero motore all’albero a camme ed è un elemento essenziale per il processo di distribuzione. Sostituirla in caso di usura o rottura può costare diverse centinaia di euro.

La cinghia di distribuzione è uno degli elementi fondamenti per il corretto funzionamento del motore di un’auto. In quanto tale, è bene monitorarne con attenzione lo stato di usura, al fine di evitare che si rompa, compromettendo l’integrità delle varie componenti del gruppo motore e costringendo il proprietario del veicolo a sostenere ingenti spese di riparazione. Essendo sottoposta a continue sollecitazioni di vario genere, la cinghia andrebbe cambiata dopo un certo lasso di tempo o un certo numero di chilometri percorsi dal momento che, salvo rare eccezioni, la sua rottura comporta seri danni al motore.

Cos’è e a cosa serve la cinghia di distribuzione auto

Anzitutto è il caso di fare una premessa. Quando si parla di distribuzione in ambito meccanico, e in particolar modo in relazione ai motori termici, si intende il processo di controllo dei gas che entrano ed escono dai cilindri. Alla distribuzione sono deputati una serie di organi meccanici che agiscono in sincronia con il sistema di alimentazione del veicolo.

La cinghia di distribuzione è quella componente meccanica deputata alla trasmissione del moto generato dall’albero motore agli altri organi del gruppo distribuzione. Questa funzione può essere assolta anche da dispositivi diversi, come ad esempio una catena o una cascata di ingranaggi. In particolare, la cinghia è formata da una fascia di gomma dentata che in genere trasmette il moto all’albero a camme, l’organo mediante il quale viene regolato il ciclo di apertura e chiusura delle valvole.

Mentre la catena di distribuzione non richiede alcuna manutenzione, la cinghia va tenuta maggiormente sotto osservazione. La combinazione di parti elastiche e metalliche offre alcuni vantaggi (quello principale è la scarsa rumorosità) ma al contempo espone il dispositivo ad una rapida usura. La cinghia, infatti, opera in condizioni di stress costante, sia perché si trova sempre in tensione, sia perché spesso costretta a fronteggiare sbalzi termici particolarmente sensibili. In aggiunta, con il passare del tempo, la gomma che riveste la parte dentata – pur essendo rinforzata con fibre tessili – può consumarsi o indurirsi, fino a rendere la cinghia inutilizzabile.

Quando cambiare la cinghia di distribuzione

In virtù di quanto detto finora, è bene conoscere quali sono i tempi consigliati per la sostituzione della cinghia. In genere è il costruttore a indicare, all’interno del libretto di manutenzione, i termini (comunque orientativi) per rimpiazzare il dispositivo, in base ad un certo lasso di tempo oppure ai km percorsi. Di norma, la cinghia di distribuzione va sostituita dopo un minimo di 60.000 km (o, al massimo, tra i 100.000 e i 180.000 km) oppure, se non si è raggiunto un alto chilometraggio, dopo alcuni anni: si va da un minimo di tre ad un massimo di dieci. Si può anche optare per un soluzione intermedia e procedere alla sostituzione della cinghia dopo cinque o sei anni.

Cinghia Distribuzione
Fonte immagine: https://pixabay.com/it/cinghia-di-distribuzione-motore-auto-995254/
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Una cinghia usurata raramente mostra segnali di cedimento per cui non è facile capire quando il peggio (cioè la rottura) è ormai prossimo. Per evitare di ritrovarsi nella spiacevole condizione di restare appiedati per via di una cinghia spezzata, è bene far effettuare un controllo presso un’officina ad intervalli regolari (ad ogni 30.000 km percorsi). In sostanza, l’unico modo per avere il polso della situazione è smontare la cinghia e sottoporla ad un attento esame visivo, sia per verificare l’integrità della guaina elastica, sia l’usura della dentatura.

Quanto costa cambiare la cinghia distribuzione

Il costo della procedura di sostituzione della cinghia dipende da svariati fattori. Bisogna anzitutto tener conto della marca e del modello dell’auto, così come della cilindrata del motore. In aggiunta, ad influire sulle spese contribuisce anche la posizione della cinghia, che può trovarsi ‘in testa’ o ‘in blocco’, all’interno del motore. Infine, molto dipende anche dall’officina cui ci si rivolge: se si tratta di un operatore indipendente oppure dell’officina di un concessionario del costruttore.

In genere, quando si cambia la cinghia di distribuzione, si devono mettere in conto il costo del dispositivo da sostituire e la manodopera. Nel primo caso, talvolta non si tratta soltanto della cinghia. In alcuni motori, il funzionamento di questo elemento può coinvolgere altre parti del motore come la pompa dell’acqua (necessaria al raffreddamento del propulsore) oppure quella dell’olio. Spesso la rottura della cinghia implica anche quella della pompa dell’acqua per cui è impossibile sostituire la prima senza fare altrettanto con la seconda. Inoltre, la sostituzione coinvolge anche alcuni ingranaggi ausiliari, come ad esempio il tenditore della cinghia. Tutti questi elementi di solito sono presenti all’interno di un kit di sostituzione fornito direttamente dal costruttore. Quest’ultimo determina buona parte della spesa da sostenere ma non ha un prezzo fisso; il costo di un kit completo varia in base all’auto (o meglio, al pregio del modello): per fare un esempio, quello di una Ford Fiesta è acquistabile per una cifra compresa tra i 60 euro e i 70 euro mentre quello di un’Audi A4 può superare di molto i 200 euro.

Fatte le dovute premesse del caso, cambiare la cinghia costa alcune centinaia di euro. Al netto di offerte promozionali o tariffe applicate da officine indipendenti, di norma la sola manodopera può arrivare a costare 150 euro; a questa cifra va addizionato il costo delle parti da sostituire. Per un’auto di piccola cilindrata si può arrivare a spendere 400 euro (tutto compreso) mentre per un modello di taglia media i costi di intervento possono lievitare sino ai 600 euro. In alcuni casi, l’intera procedura può arrivare a costare anche 1000 euro, qualora ci si rivolga ad un’officina di concessionario per intervenire su una vettura di grossa cilindrata.

Per quanto possa sembrare una spesa onerosa, va tenuto presente che la rottura della cinghia può comportare danni più seri, coinvolgendo le valvole e pistoni: senza la cinghia, infatti, la rotazione dell’albero a camme non è più sincronizzata con quello dell’albero motore e le valvole finirebbero per sbattere contro i pistoni finendo per provocare danni molto seri.

Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/tommy_rm/5206480229

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ultimo aggiornamento: 30 Agosto 2018 17:06

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